Celenza Valfortore è un paese abitato da circa 1700 abitanti, situato a 480 metri di altitudine. Il paese è situato nella parte settentrionale del territorio dei Monti Dauni, nella valle del Fortore. Dista circa 67 Km dal capoluogo.
Si affaccia sul Lago di Occhito, generato artificialmente dall'uomo. Ha un agro ricco di acque, boschi ed è posto all'incrocio di grandi strade storiche quali i tratturi della transumanza.
Il paese vanta origini antichissime. Date le caratteristiche geografiche della zona, si ritiene che la zona fosse già oggetto di insediamenti nel neolitico. La storiografia la vuole fondata da Diomede sul colle della Valva col nome di Celenna. Ne parla, infatti, Virgilio nel VII Libro dell'Eneide: "Quique rufras batulumque tenent atque arva Celennae".
Celenna si alleò con i Sanniti e contrastò l'espansione di Roma. Quando Roma vinse contro Pirro e i suoi alleati nel 275 a.c. a Maleventum, ribattezzata poi Beneventum, Celenna fu sottomessa e distrutta. Per ordine del console Manlio Curio Dentato, trionfatore a Benevento, Celenna fu rasa al suolo e sulle sue rovine fu fatto spargere del sale con l'intento che nulla doveva più sorgere sopra le rovine. La popolazione, dispersasi, si radunò sulla collina che tuttora è sede della città e rifondò il centro abitato col nome di Celentia ad Valvam.
Nel periodo bizantino il nome venne modificato in Celentia in Capitanata.
Nel periodo svevo cominciò la lunga serie dei feudatari che detennero il feudo. Si distinsero per un notevole arco di tempo gli esponenti della nobile famiglia pisana dei Gambacorta (XV e XVI secolo). La loro signoria diede stabilità al feudo e ne consentì lo sviluppo culturale, politico e sociale. Molti degli edifici monumentali presenti a Celenza videro la luce durante la loro signoria, a testimonianza della presenza numerosa dello stemma della nobile famiglia su alcuni edifici. Si dedicarono anche alla ricostruzione dei monumenti e degli edifici di culto distrutti durante il terremoto del 1456.
Nel XVI secolo venne cambiato nuovamente il nome in Celenza valle Fortore e si adottò la dea Cerere come simbolo cittadino, simbolo che si ritrova tuttora nel gonfalone della città.