Celle di San Vito, detto anche Cèlle de Sant Uite o Vite in francoprovenzale, è un paese di circa 180 abitanti situato a 735 metri di altitudine nei Monti Dauni, arroccato sui contrafforti dell'Alta Valle del Celone. Dista circa 40 Km dal capoluogo. E' il comune meno popolato della Puglia.
Insieme al vicino paese Faeto, forma l'unica isola linguistica di lingua francoprovenzale della Puglia. Tale lingua minoritaria è stata riconosciuta e tutelata dallo Stato italiano.
Gli abitanti di Celle di San Vito conservano una particolarità di rilevante valore storico, l'idioma Francoprovenzale. Molti abitanti, a distanza di sette secoli si esprimono ancora con termini Francoprovenzali. Il Francoprovenzale è una lingua che unisce caratteri specifici del francese e del provenzale.
La storia vuole che nel 1269 Carlo I d'Angiò per consolidare il potere in Capitanata, mise sotto assedio Lucera, roccaforte degli Svevi, occupata in quell'occasione dai Saraceni. Nel frattempo proprio i Saraceni, nei territori limitrofi compivano scorrerie, soprattutto lungo l'importante Via Traiana. Carlo I per contrastarli, distaccò dal suo esercito 200 soldati mandandoli a presidiare la fortezza di Castel Crepacore nel pressi della Via Traiana. Capì ben presto l'importanza strategica della fortezza dato che era passaggio obbligato per chi dal beneventano avesse voluto scendere in Capitanata.
Nel frattempo Carlo I riuscì a sconfiggere i Saraceni e decise di concedere ai valorosi 200 soldati e alle loro famiglie sopraggiunte, la fortezza e i terreni circostanti di Crepacore, precedentemente feudo dei Cavalieri Gerosolimitani.
Alcuni anni dopo, intorno al 1345, a causa della pericolosità della via Traiana, divenuta nuovamente insicura e in preda a predoni e briganti, circa 190 famiglie decisero di cambiare sede. Di queste, un primo gruppo di 10-12 famiglie si diresse a nord-est, verso l'alta valle del Celone, per portarsi nei pressi del castello abbandonato di San Felice. Poco tempo dopo le famiglie abbandonarono il vecchio maniero e andarono ad occupare le celle della non lontana dimora estiva dei frati di San Nicola. Dalle celle monacali ivi esistenti si suppone abbia avuto origine il toponimo della località, e quindi dell'attuale Celle di San Vito.
Dopo poco tempo anche il nucleo maggiore si trasferiva nei pressi del Monastero dei Benedettini detto del Santissimo Salvatore dei Faiti. Da Faiti, toponimo della località, ebbe nascita Faeto.