Deliceto è un grazioso borgo, situato sui Monti Dauni meridionali di 3769 abitanti. Il suo territorio si estende per 76 kmq e appartiene amministrativamente alla provincia di Foggia.
Il Comune di Deliceto è ente locale autonomo nell'ambito dei principi fissati dalle leggi generali della Repubblica e dal presente statuto.
Deliceto non ha origini recenti ma antiche, risalenti con molta probabilità alla protostoria, età che vide riversarsi nella Penisola una molteplicità di gente da regioni indoeuropee.
Suo embrione, in effetti, dovrebbe essere il rione "Pesco", fatto di grotte.
Il castro, nato in una zona dove vegetava l'elce venne detto "Elceto" da cui poi derivò il nome "Deliceto".
Nel XII secolo, quando i Normanni fecero dell'Italia meridionale una monarchia nazionale a regime, divenne suffeudo prima della contea di Loretello e poi di altre. Uguale sorte sotto gli Svevi e gli Angioini.
Si evolse in marchesato nel 1463 con Ferdinando I d'Aragona il quale, bisognoso di un partito in sua difesa nella Capitanata, filoangioina, e lo concesse al genero Antonio Piccolomini, nipote di papa Pio II, al secolo Enea Silvio Piccolomini.
Il marchese si stabilì a Deliceto con una colonia di Albanesi. Ciò determinò l'ampliamento dell'abitato a occidente, in un agro detto Nacque il rione "Piazza bassa" (odierna Annunziata ), che nella sua trama a scacchiera riprodusse il modello del nucleo originario.
La corte marchesale ebbe sede lungo l'asse viario principale ("corso Margherita") e comprese i palazzi Piccolomini (oggi D'Ambrosio) e Apotrino (oggi De Maio); la chiesa del Purgatorio (oggi di "Sant'Anna e Morti") e l'Abbazia di san Nicola (odierna chiesa dell'Annuziata).
La colonia albanese si stabilì a settentrione della corte in blocchi di case monovane, separate da digradanti stradine.
Ai Moti insurrezionali del 1820-21 alcuni Delicetani parteciparono con ardore, convinti della necessità di dare al Regno delle Due Sicilie una monarchia costituzionale.
A quelli del '48 buona parte del popolo insorse per reclamare i propri diritti alla spartizione delle terre feudali ed ecclesiastiche.
Dopo l'Unità d'Italia, con il dilagare del brigantaggio nel Mezzogiorno, le campagne delicetane vennero spesso assalite da bande malavitose e fatte oggetto di saccheggi, incendi, furti e sequestri di persona.
L'acceso nazionalismo del primo Novecento rese orgogliosi i giovani delicetani di partecipare alla Prima Guerra Mondiale.
Meno sentito fu l'intervento alla Seconda Guerra Mondiale della quale non si condividevano le finalità.
Oggi Deliceto è uno dei paesi più attivi del Subappennino meridionale, grazie alla naturale intraprendenza dei suoi cittadini, che non si fermano di fronte agli ostacoli e si adoperano ingegnosamente nella ricerca di lavori decorosi.