"Foggia è 'chello' che è passate, e che angor ha da venì". Il cantautore napoletano Eugenio Bennato non poteva trovare parole migliori per catturare nel suo brano “Foggia” l'essenza di una città dal grande passato, ricca di tracce tangibili lasciate dal tempo.
Foggia, capoluogo storico della seconda provincia più vasta d'Italia - nota anche come Daunia o Capitanata - è una città di circa 160.000 abitanti nel cuore del Tavoliere delle Puglie, seconda pianura italiana per grandezza. E’ stata tra le più importanti città del Regno di Napoli, quando l'economia della città era strettamente legata alla pastorizia, come testimoniato dalla rete di tratturi che vi convergono, e, come accade anche oggi, all’agricoltura.
Palazzi moderni che irrompono tra bellissime chiese barocche e imponenti palazzi storici. Chi visita Foggia percepisce l'antica e allo stesso tempo travagliata storia della città che affonda le sue radici nel Medioevo. Foggia ha attraversato i secoli sopravvivendo ai terremoti e agli effetti dei bombardamenti subiti nel corso del II conflitto mondiale, che se hanno stravolto la città dal punto di vista topografico e architettonico, non ne hanno mai totalmente cancellato la memoria storica, viva e pulsante nei suoi abitanti, nelle sue vie e nelle sue piazze.
Il più grande villaggio del Neolitico in Europa, ed uno dei più antichi, occupava il territorio comunale di Foggia (periodo tra il VI e il IV millennio a.C.), culla dell'agricoltura in Italia ed in Europa, proveniente dal Medio Oriente. Il Parco Archeologico Passo di Corvo racchiude solo una piccola parte dell'area archeologica, scoperta casualmente con le foto aeree del Secondo conflitto mondiale. Altri importanti insediamenti del Neolitico, li troviamo in località Pantano, tra i quartieri Salice Nuovo, San Lorenzo ed Ordona Sud, e nel centro della città, negli scavi della Villa Comunale e in quelli nell'area dell'ex Ippodromo.
Risalgono invece al II millennio a.C. i siti archeologici di Arpi (in greco Argos Hippium), come l'Ipogeo della Medusa, l'Ipogeo dei Cavalieri e le Necropoli, in località Arpinova.
Arpi era una delle più grandi ed estese città italiote, avendo migliaia di soldati a disposizione, ricca e forte anche per la sua posizione geografica e per l'intenso commercio che svolgeva con le città vicine. La prassi dell'agricoltura era abituale tra gli abitanti della zona, favoriti anche dalla fertilità del Tavoliere e dalla sua conformazione completamente pianeggiante.
La zona, tuttavia, era paludosa e malarica e si dovette aspettare fino all'XI e XII secolo, sotto la dominazione normanna, per vedere dei miglioramenti nella zona sotto questo punto di vista.
Della grande Arpi ormai rimaneva poco e Roberto il Guiscardo fece bonificare un'ampia zona acquitrinosa, dando al nucleo urbano della città un impulso economico e civile che crebbe ulteriormente nel periodo di Guglielmo il Buono.
Il XIII secolo fu un periodo molto importante nella storia di Foggia. Federico II, molto legato alla città, fece costruire a Foggia un imponente Palatium che divenne una delle sue residenze preferite.
Federico II considerava la Capitanata un luogo ideale anche per la caccia e perciò fece costruire altre due maestose dimore alle porte di Foggia, la Domus/Palacium Solatiorum San Laurencii e Pantani, in località Pantano, tra i quartieri Ordona Sud, San Lorenzo e Salice Nuovo, dove il Guiscardo aveva fatto edificare l'omonima chiesa, e il Palacium dell'Incoronata, nei pressi dell'omonimo Santuario/Borgo.
Gli Aragonesi, sfruttando la centralità di Foggia nel passaggio della transumanza, stabilirono a Foggia la dogana delle pecore per gli armamenti transumanti dagli Abruzzi, con il compito di regolamentare il pascolo nel Tavoliere e riscuotere tasse derivanti dai diritti di passaggio. L'imposizione di tale tassa a tutti i pastori fece arricchire le casse regie, ma impoverì gli agricoltori del Tavoliere, portandoli ad abbandonare il territorio che, progressivamente, divenne paludoso.
La dogana, inizialmente, aveva sede nell'Antico Palazzo Dogana (XV secolo) posto accanto alla cattedrale. Nel Settecento venne trasferita in un nuovo Palazzo Dogana, dove rimase attiva fino alla sua abolizione agli inizi dell'Ottocento ad opera dei Francesi nel 1806.
Nel 1480 Foggia fu anche sede del Parlamento generale aragonese.
Il terremoto del 20 marzo 1731 colpì duramente la città, distruggendo un terzo delle abitazioni e danneggiando profondamente il patrimonio artistico cittadino. La ricostruzione iniziò pochi mesi dopo e riguardò soprattutto edifici storici come il convento di San Francesco (in tale occasione ampliato) e l'area interna del centro abitato. I ceti meno abbienti, invece, occuparono le aree libere rimaste con lunghe file di baracche. Precise disposizioni, regolavano e ordinavano il nuovo sviluppo urbanistico.
Nell'Ottocento Foggia, divenuta capoluogo nel 1806, si sviluppò verso la stazione ferroviaria e fu arricchita da importanti monumenti pubblici. Anche dal punto di vista politico la città fu molto attiva in questo periodo: essa ospitò le carbonare della provincia e prese parte ai moti del 1848 e del 1860. Con l'unità d'Italia nel 1861, ma soprattutto con l'abolizione della dogana avvenuta 4 anni dopo, la città si riprese le terre sottraendole alla pastorizia, dando un nuovo sviluppo all'agricoltura della zona.
La prima metà del Novecento ha visto un incremento nell'edilizia pubblica con la costruzione di edifici come il Palazzo degli Studi, la Prefettura, il Consorzio di Bonifica della Capitanata, fortemente voluto da Benito Mussolini, e il Palazzo di città. Un avvenimento che riveste una più notevole importanza nella storia della città è la costruzione dell'Acquedotto pugliese nel 1924 in viale XXIV Maggio.
Durante la Seconda guerra mondiale la città fu nel mirino dei bombardamenti dell'aviazione alleata, che rasero al suolo buona parte delle abitazioni della città, anche per distruggere una fabbrica segreta di gas velenoso, fabbrica che all'epoca si trovava vicino all'attuale cartiera. Bisogna ricordare i bombardamenti del 22 luglio e del 19 agosto 1943, di certo i più violenti che colpirono la città, causando più di 20.000 vittime, un terzo della popolazione dell'epoca. La causa potrebbe derivare dalla posizione strategica della Stazione di Foggia nella geografia dello Stivale: è infatti situata sia sull'importante direttrice adriatica, sia su uno dei pochi collegamenti con la costa tirrenica.
Dopo l'occupazione anglo-americana, il 1º ottobre, Foggia divenne il caposaldo dell'offensiva alleata nell'Adriatico e nei Balcani.La città è stata poi ricostruita sulle rovine del centro antico e della struttura urbana ottocentesca, secondo i dettami di uno stile post fascista. In seguito alle bonifiche nel Tavoliere la città ha visto accrescere la sua importanza economica e il suo sviluppo urbanistico e demografico.