Ordona

Informazioni

Ordona è un comune di 2 843 abitanti della provincia di Foggia.

Le sue prime tracce risalgono all'epoca neolitica anche se dallo studio dell'antica e vicina città di Herdonia affiora il primo villaggio agro-pastorale risalente al VII secolo a.C.

Questo paesino della daunia è legato molto alla zona archeologica resa nota da scavi di una equipe di archeologici provenienti dal Belgio; numerosi reperti sono custoditi nel Museo Civico di Foggia. Sul posto sono visitabili il Foro, la Basilica, un anfiteatro, un mercato coperto, le terme, una grande chiesa a tre navate poi trasformata in castello.

L'economia di Ordona si basa soprattutto sull'agricoltura; dei 3990 ettari, 1156 sono destinati alla produzione cerealicola, 957 agli ortaggi (la cui produzione pone Foggia come leader in Italia per quantità), 880 alla vite e 560 all’olivo. La produzione più numerosa è sicuramente quella del pomodoro e tra i territori di Ordona, Carapelle ed Ortanova si produce l’ottimo rosso e rosato di Ortanova, che ha meritato il marchio DOC.

Storia

Nei pressi della città romana di Herdonia furono combattute due importanti battaglie, nel 212 a.C. e nel 210 a.C., tra i romani e i cartaginesi di Annibale nel pieno della seconda guerra punica.

L'attuale cittadina nasce agli inizi del 1600, nei pressi della attuale area archeologica, per iniziativa dei Gesuiti, poi abitata da coloni inviati dal Re di Napoli nel 1774.

Annibale, che all'epoca imperversava in Italia tra le odierne Puglia e Campania, dopo le schiaccianti vittorie riportate sui romani a Canne (216 a.C.) e a Herdonia (212 a.C.), nel 211 a.C. tentò, senza fortuna, di muovere le sue truppe verso l'assedio di Roma.

Per la sua fedeltà alla Repubblica romana e per la slealtà mostrata ai cartaginesi, Herdonia fu incendiata e distrutta per volere di Annibale al termine della seconda battaglia (210 a.C.).

Solo dopo l'89 a.C. vi fu rifondato il municipio romano.

La città conobbe la sua massima fase di sviluppo e prosperità in età imperiale grazie alla costruzione della via Traiana e della successiva via Herdonitana (che la collegava all'odierna Venosa). Tra il I e il IV secolo d.C. Herdonia divenne un grande centro di transito ed un fornito luogo di commercio dei prodotti agricoli del Tavoliere, come ad esempio il grano.

A testimonianza di ciò ancora oggi ci sono i resti del fiorente nucleo romano della città: le rovine del foro, della basilica civile, dell'anfiteatro, del mercato (macellum), delle terme, delle locande (tabernae) e dei numerosi magazzini adibiti allo stoccaggio del grano (le horrae) lungo la via Traiana.

In seguito al sisma che nel 346 d.C. colpì l'Irpinia e il Sannio e che la investì in parte, molti edifici non vennero ristrutturati, bensì furono riconvertiti ad altri usi: di conseguenza il nucleo abitativo della città si spostò dal foro alle zone vicine alla via Traiana.

Dal V al VII secolo la città restò un centro di rilievo, anche se minore, come è emerso dai ritrovamenti risalenti a quel periodo. 

Subito dopo il crollo dell'Impero romano d'Occidente, le fonti la accreditano come sede vescovile. Rimase così per molto tempo sotto la protezione di un vescovo, una figura amministrativa di riferimento per i nuovi governanti dell'epoca e che compensò il prestigio, ormai perduto, della civitas romana.

Nei secoli bui fu indicata via via con nomi diversi (Aerdonia, Erdonia, Ardonia, Ardona, oltreché Herdoniae), come riportano numerosi documenti medievali e ottocenteschi.

Pare essere sopravvissuta alle razzìe degli ostrogoti di Totila nel VI secolo, e all'invasione del bizantino Costante II che nel VII secolo fronteggiò i longobardi già presenti nella Capitanata.

Il difficile contesto politico ed economico medievale trasformò il luogo, accentuandone il carattere più rurale. Ciò si tradusse con una parziale dispersione della popolazione, dal centro alle campagne circostanti.

Molte delle strutture romane, come le taverne e le terme, vennero recuperate e riutilizzate tra il VI e il VII secolo specie per scopi abitativi, mentre l'anfiteatro romano col tempo fu occupato dalle necropoli.

Sul finire dell'età altomedievale l'abitato si ridusse ulteriormente, e il territorio della città fu in parte invaso da spazi agricoli e boschivi. Durante l'epoca federiciana una preesistente costruzione religiosa normanna dell'XI secolo (castellum) fu rielaborata e in parte riedificata dagli Svevi, che ne mutarono l'utilizzo in una domus imperiale. Grazie a questa nuova residenza federiciana il luogo venne in qualche misura ripopolato, come è emerso dai ritrovamenti circostanti alla domus di alcune costruzioni rurali.

Il complesso del castello svevo, di cui oggi resta solo qualche traccia, secondo alcuni studiosi era, per le sue funzioni e per le sue dimensioni, del tutto simile alla domus di castel fiorentino, il borgo presso Torremaggiore dove Federico II morì nel 1250. Il villaggio medievale di Herdonia fu definitivamente abbandonato solo intorno al XIV-XV secolo. 

Tra il XVII e XVIII secolo cominciò il primo vero reinsediamento, in una zona vicina al sito dell'antica città. Sul luogo che poi diventerà il nucleo originario dell'attuale Ordona nacque prima un'azienda agricola di gesuiti, e successivamente sorse uno dei nuovi cinque reali siti colonici, istituiti nel XVIII secolo da re Ferdinando IV di Borbone per ripopolare e riqualificare l'area agricola del tavoliere meridionale. 

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