Peschici è un comune di circa 4400 abitanti. Rientra nel territorio del Parco Nazionale del Gargano e della Comunità Montana del Gargano.
Il centro storico di Peschici sorge e si sviluppa su di una rupe a picco sul mare e domina la baia omonima a Ovest e Baia San Nicola a Est. In quest'area la costa è frastagliata, ricca di insenature, piccole baie e grotte protette da pinete di pini d'Aleppo.
Attualmente Peschici è uno dei più rinomati centri turistici del Gargano, tra il meraviglioso e cristallino mare azzurro garganico e il verde del Parco Nazionale del Gargano. Per la qualità delle sue acque, è più volte stata insignita della Bandiera Blu dalla Foundation for Environmental Education.
Le prime notizie risalgono al 970 d.C., quando, gli Schiavoni, dopo aver allontanato definitivamente i Saraceni su ordine di Ottone I, fondarono Pesclizio sulle rovine di un casale distrutto dai Saraceni.
Il primo documento circa la presenza slava nell'abitato di Peschici è una chartula offertionis del 1023, contenente, oltre alla donazione della Abbazia di Calena all'Abazia di Santa Maria a Mare (Isole Tremiti) dell'arcivescovo Leone di Siponto. In tale documento sono presenti non solo riferimenti sull'abitato di Peschici, ma anche sulla presenza della comunità slava sul territorio e degli ottimi rapporti che tale comunità riuscì ad avere con la popolazione locale ed il suo sistema sociale. Un altro documento che conferma la presenza degli Slavi a Peschici è una donazione nel 1053, redatto da Slavi definiti come dimoranti nel castello Pesclizio.
Nel 1154, durante la dominazione normanna Peschici risulta essere dipendente dalla contea di Lesina. Sono moltissimi i documenti che lo confermano tra cui un rogito del conte Goffredo de Ollia di Lesina e il datario della regina Giovanna (figlia di Enrico II d'Inghilterra, futura sposa di Guglielmo II).
Il nome stesso di Peschici è probabilmente di origine slava, infatti la radice slava "pès" (o "pèsc") si riferisce alla sabbia, i toponimi slavo pjèskusa e russo pèski indicano suolo sabbioso.
Nel 1177 è sotto il feudo di Monte Sant'Angelo, donato da Guglielmo II detto il Buono alla moglie Giovanna d'Inghilterra. Sotto il dominio degli Svevi, Peschici passò momenti drammatici nella contesa tra impero e papato. Un cronista del tempo ci riferisce che nel settembre 1239, 25 galee veneziane mandate da Papa Gregorio IX contro lo scomunicato Federico II, "prendono e prostrano Bestice (Peschici) e Bestie (Vieste)". Federico II, tuttavia, farà ricostruire le fortificazioni dei due centri.
Sotto la dinastia Angioina, Peschici è tra i pochi paesi fedeli a re Carlo, al tempo della venuta di Corradino di Svevia (1267). Nel 1274 prende parte con Bari, Monopoli, Trani, Vieste e Ortona nella flotta pugliese all'assedio di Almissa, città della costa Dalmata. Nel 1401 il feudo passa a re Ladislao di Durazzo.
Durante il dominio aragonese, i garganici appoggiarono (1458) i baroni contro il nuovo re Alfonso, che nel 1462 occupò il Gargano affidandolo a Giorgio Castriota Scanderbeg, alleato del sovrano spagnolo. Sullo sfondo di questo scenario è sempre presente Venezia, la città marinara che controlla tutti i traffici verso l'Oriente e le coste dell'Adriatico: tra il 1469 e il 1586 Peschici compare in 23 carte e portolani, gran parte dei quali redatte da geografi della Serenissima.
Dopo la guerra franco-spagnola per il possesso del regno di Napoli, ma soprattutto dopo le ennesime scorrerie dei turchi, di cui abbiamo testimonianze in un manoscritto di Timoteo Mainardi (Ragioni del Monastero di S. Maria delle Tremiti, 1592), si ricorda nel 1554 la strage di Vieste, in cui ci furono migliaia di vittime, e nel 1567 l'assedio di Tremiti, fu decisa la costruzione di dieci torri lungo le coste della Capitanata. Cinque anni dopo il numero delle torri sale a 21 e tra esse ci sono quella di Monte Pucci, quella detta dei doganieri a San Menaio e quella di Calalunga, che poi fu diroccata nel 1570.
Il terremoto del Gargano del 1646, l'epidemia di peste del 1656, le frequenti siccità nonché una delle ricorrenti invasioni di cavallette (1663) fecero però tante vittime da decimare sensibilmente la popolazione.
Nel ‘700 una lapide posta sul Recinto Baronale, nel centro storico, attesta l'appartenenza di Peschici al principe d'Ischitella Emanuele Pinto. Durante l'insurrezione antiborbonca in tutto il Gargano si costituiscono le vendite, le associazioni carbonare, e nel 1848 il peschiciano antiborbonico-liberale nonché attivo uomo politico, poeta e scrittore Giuseppe Libetta (noto perché comandante del primo bastimento a vapore che osò varcare il Mediterraneo, il Ferdinando I, che salpò da Napoli il 27 settembre 1818) entra nel Parlamento nato dalla Costituzione Sabauda. Al plebiscito del 1860 quasi il 40% dei peschiciani votò a favore dei Borboni.
Nel 1865 l'isolamento del Promontorio Garganico è rotto grazie alla costruzione della strada circum garganica, l'attuale SS 89. Durante il ventennio fascista, nel 1931 arriva la ferrovia garganica e nel 1939 viene ultimato l'Acquedotto Pugliese.
Nonostante le battaglie del regime per l'aumento della popolazione e della produzione del grano, Peschici al censimento del 1936 aumenta di un terzo, ma è in aumento anche il fenomeno dell'emigrazione. Non migliore è la situazione del dopoguerra, infatti, con la popolazione in aumento non cresce l'occupazione e il tenore di vita, ma solo il numero di emigranti. Solo con l'avvento del turismo intorno al 1960 ci saranno dei miglioramenti che porteranno molti frutti visibili tutt'oggi.