Antico centro dauno, incluso nel Parco Nazionale del Gargano, in provincia di Foggia, è in assoluto il più piccolo comune del Gargano, con i suoi circa 2200 abitanti. Sorge sulla cima di una collina, dalle cui alture si gode un'ampia veduta del Tavoliere delle Puglie e dei Monti Dauni, che l'hanno reso "il Balcone delle Puglie". E' tra i "Borghi Autentici d'Italia".
Nel museo "Grotta Paglicci" è possibile vedere gli oltre 45.000 reperti del Paleolitico, tra i quali i calchi del corpo e del volto di una donna vissuta in questa area e tra i ritrovamenti umani più antichi d'Europa. Nel Museo è presente un'area multimediale con percorsi diattici finalizzati alla scoperta della Montagna del Sole, partendo da Paleolitico. Nella stessa zona della grotta Paglicci è stato rinvenuto un Dolmen, il primo rinvenuto nel territorio della Daunia, appartenente all'età del Neolitico.
La "Dolina Cento Pozzi" è una splendida area naturale dalla quale partono numerosi sentieri immersi nel Bosco Jancuglia.
La località "La Croce", alle porte del borgo, è un luogo dove è possibile ammirare lo splendido panorama dove scorgere i tanti colori del Tavoliere delle Puglie, dei Monti Dauni, del Gargano e, nelle giornate più limpide, i rilievi di Molise, Abruzzo e Basilicata.
Ospita una pista di decollo di deltaplani e parapendii, tra le più frequentate al Sud, a causa dei venti dominanti e frequenti nella zona.
Il borgo antico è di particolare suggestione, arroccato su un cucuzzolo e con i suoi vicoli e vicoletti, lo splendido Palazzo Baronale, di epoca medievale, la chiesa Madre "Maria Santissima Assunta".
Importante è anche la Caserma vecchia, che si affaccia sul belvedere ed il Santuario medievale "Madre di Cristo", a 6 km dalla cittadina, frequentato da residenti e turisti soprattutto il martedì dopo Pasqua, quando si festeggia la Madonna con Bambino.
Questo suggestivo borgo ha origini molto antiche risalenti alla preistoria; la sua età è stata conferma dai numerosi reperti rinvenuti dagli studiosi nella grotta Paglicci, sito archeologico di importanza mondiale. Questi ritrovamenti risalgono al Paleolitico Medio ed Inferiore, ma le pitture parietali presenti, invece, sono del Paleolitico Superiore.
Il toponimo deriva da un nome personale latino: Herennius, che indicava una persona beneficiaria di un predio, si trattava spesso di veterani che lo ricevevano dall'imperatore, per cui il luogo veniva chiamato Herinnianu(m).